IL MERAVIGLIOSO VIAGGIO DEL SE’: EFFETTI DELLE TECNICHE YOGA SUI CHAKRA
Il nostro corpo è costituito da una parte organica composta di ossa, carne, vene, ecc. e un apparato energetico costituito da un intrico finissimo di nāḍī, attraverso le quali scorre il prāṇa o energia vitale. A ogni incrocio tra le nāḍī vi sono chakra di ogni dimensione. Questi chakra o vortici o pompe regolano il flusso del prāṇa attraverso le nāḍī e scambiano (pompano dentro e fuori) prāṇa con l’esterno. I chakra principali sono allineati lungo la più importante via di passaggio degli stimoli corporei ovvero la colonna vertebrale; ciascuno di essi governa uno dei plessi nervosi principali e una delle ghiandole endocrine. Viene spontaneo intuire come, lavorando sui chakra, si intervenga contemporaneamente sul sistema nervoso e sulle ghiandole endocrine e, viceversa, l’attivazione di sistema nervoso e ghiandole abbia effetti pranici. Ogni āsana ha un effetto particolarmente potente e benefico su una o più ghiandole, plessi nervosi e chakra. Per esempio, sarvangāsana, la posizione verticale inversa appoggiata sulle spalle, esercita una forte pressione e un benefico massaggio sulla tiroide, nella regione della gola, e sul plesso cervicale e faringeo. Il funzionamento della tiroide migliora. Inoltre, il fatto di portare la concentrazione a livello della gola, cosa che viene spontaneo fare mentre si rimane immobili nella posizione perché quello è il punto più sollecitato, significa controllare il prāṇa in quella regione ed equilibrare il funzionamento del chakra viśuddha. D’altra parte, anche solamente portare la concentrazione direttamente sul chakra ha un effetto simile, ossia modifica il funzionamento del chakra, del prāṇa che vi scorre e dell’intera zona, che comprende il plesso nervoso e la ghiandola endocrina corrispondente. Abbiamo visto quindi come corpo, respiro, mente, pensiero e prāṇa siano interconnessi; quindi, portando la concentrazione su un particolare punto – ad esempio, un chakra – influenzo il prāṇa che vi scorre e, in generale, il suo funzionamento e, di conseguenza, tutta l’area governata dal chakra. In breve: il prāṇa va dove la mente si concentra. C’è però un’altra cosa ancora più delicata che possiamo ottenere attraverso le āsana e le altre tecniche Yoga ovvero riuscire ad influenzare psichicamente l’individuo: sfruttando la caratteristica principale dei chakra ovvero il fatto che essi sono strutture multidimensionali. Ricordiamo brevemente quali sono i nostri cinque corpi: fisico, pranico, mentale inferiore (il nostro hard disk ovvero milioni di dati e informazioni che costituiscono il magazzino della memoria), mentale superiore (il nostro software ovvero la dimensione che ci permette di processare le informazioni del mentale inferiore in base alla nostra personalità ovvero ciò che in termini moderni si chiama la parte psichica e inconscia) e il corpo di beatitudine (l’ultimo involucro incorruttibile dell’anima). Anche i chakra hanno una struttura simile: fisicamente sono ghiandole, plessi nervosi e tessuti, pranicamente sono vortici energetici, da un punto di vista ancora più sottile sono oggetti incorporei che, secondo la dimensione metafisica coinvolta, svolgono funzioni particolari. Ad esempio, Svādhiṣṭhāna chakra attivo controlla gli istinti animali, la fiducia e l’amore verso Sé stessi, ecc. Corpi e chakra sono strutture multidimensionali collegate tra loro; quindi, agendo su una dimensione si agisce contemporaneamente su tutte le altre. Ad esempio: se agisco sulla dimensione fisica, con le āsana, vado ad agire contemporaneamente su quella psichica e, al contrario, concentrandomi sulla dimensione psichica, con le tecniche di concentrazione e meditazione, vado ad agire contemporaneamente sulla sfera fisica. Per chiarire meglio: la concentrazione su viśuddha chakra può apportare notevoli benefici organici a livello di tiroide e del plesso nervoso corrispondente. Libro: Il meraviglioso viaggio del Sè. Edito da EBS Print.