IL MERAVIGLIOSO VIAGGIO DEL SE’: I CHAKRA

Comprendere che cosa sono i chakra non é cosa facile. Infatti, a seconda del punto di vista e del piano fisico e metafisico sul quale li mettiamo, questi assumono valenze e scopi diversi. Cominciamo con le dimensioni che più ci sono familiari: la dimensione fisica e quella energetica. Il materiale con cui è costituito il corpo di tutti gli esseri viventi non è poi tanto diverso dall’argilla. Perché l’organismo prenda vita, è necessario che questo sia inzuppato di energia vitale (prāṇa) proveniente dall’ambiente esterno. In termini meno prosaici, il corpo fisico è inglobato in una struttura energetica chiamata corpo pranico, costituita da migliaia di canali, chiamati nāḍī, attraverso i quali scorre il prāṇa. […] Ogni chakra è un punto di scambio di prāṇa tra corpo e ambiente esterno; una specie di pompa rotante, posta in un punto strategico dell’organismo. La funzione organica del chakra consiste nel gestire il prāṇa nella zona da esso presieduta: assorbe prāṇa dall’esterno se ce n’è bisogno, rilascia prāṇa all’esterno se questo è in eccesso e distribuisce prāṇa in modo da vivificare l’intera zona di competenza. Ci sono sei chakra principali posti nel sistema nervoso dal cervello fino al coccige, procedendo lungo la colonna vertebrale. Tra i compiti dei chakra c’è anche quello di far funzionare il sistema endocrino, infatti, ad ognuno dei principali chakra corrisponde una delle principali ghiandole endocrine. Oltre ai chakra principali c’è un numero indefinito di chakra più o meno cruciali che presiedono le altre zone del corpo. Prendiamo ora in considerazione la dimensione psichica dei chakra ovvero il livello di coscienza che si manifesta quando un particolare chakra è attivo. Proviamo a capire assieme. L’evoluzione di ciascuno di noi avviene attraverso l’espandersi progressivo della consapevolezza o coscienza: può essere vista come un viaggio attraverso i chakra. I chakra, a livello metafisico, sono come degli interruttori che, una volta accesi, permettono di accedere a un certo livello di consapevolezza o coscienza. Mūlādhāra è il primo centro a essere attivato nel momento in cui ci si incarna come esseri umani per la prima volta ed è anche il centro più basso dal punto di vista della consapevolezza raggiunta. Con mūlādhāra comincia la consapevolezza individuale o Ego ovvero la consapevolezza dell’Io sono e sono differente dagli altri . Mūlādhāra è invece il chakra più elevato che gli animali possono risvegliare. Perciò un animale evoluto ha un ego, sa di essere e di essere differente dagli altri e si porta dietro tutti i fardelli dell’ego: possessività, gelosia, sofferenza, ecc. Anche il meno evoluto degli esseri umani ha risvegliato solo mūlādhāra. Attenzione, qui non s’intende che se il chakra non è risvegliato esso non funziona dal punto di vista organico ed energetico: il chakra continua a funzionare come pompa rotante che governa organi e sensi collegati, ma non è in grado di sviluppare il livello di consapevolezza collegato a quel chakra. Una volta risvegliato mūlādhāra chakra, e con esso il senso dell’Ego, si entra in possesso di un’enorme quantità di energia primaria (sessuale, emozionale, mentale, psichica e spirituale) allo stato latente. Il senso dell’Ego porta con sè tutte le passioni, le colpe, i complessi e le angosce. L’aspetto positivo è che sono proprio questi stati di sofferenza a darci lo stimolo per cominciare il nostro cammino evolutivo finalizzato inizialmente al loro superamento. Con l’evoluzione, si risveglia svādhiṣṭhāna chakra: si comincia a cercare il piacere (sensazioni piacevoli e attrazione sessuale) e la sicurezza. Il risvolto positivo è la pulsione di voler superare la paura che, come ben si sa, è un’emozione bloccante che impedisce il progresso personale. Il passo successivo è quello di risvegliare maṇipūra chakra. Qui l’individuo diventa ambizioso e vuole autoaffermarsi, dominare e possedere. Di contro, questo crea dinamismo e spinta verso la crescita e il miglioramento. Nella fase di risveglio di anāhatachakra cominciano emozioni di attaccamento che, via via che procede il risveglio, diventano vero amore incondizionato, fratellanza universale e completa accettazione di sé stessi e degli altri per quello che sono. Con viśuddha chakra attivo si sviluppa la giusta comprensione e la capacità di discriminazione. Si permette a sé stessi di fluire con gli avvenimenti lasciando che le cose vadano come devono andare. In un fiume dalla corrente impetuosa, si abbandona il desiderio di rimanere attaccati agli argini e ci si lascia andare nel mezzo della corrente. Quando il chakra è attivo, si acquisisce la capacità di ascoltare veramente e comunicare con gli altri. Il risveglio di ājñā chakra corrisponde al momento in cui il Sé (la nostra vera essenza divina) riesce a farsi riconoscere dalla mente che, nel frattempo, è diventata stabile e forte. Questo dona saggezza e capacità di intuire i meccanismi di funzionamento che soggiacciono a questo Universo e le dimensioni che stanno al di là di esso. Dà anche la possibilità di ascoltare i comandi e i suggerimenti che il Sé divino e le nostre guide ci stanno dando. Sahasrāra non è un chakra. Non ha alcun collegamento con il prāṇa e la mente. Sahasrāra è la porta di accesso al Sé divino. “Trascende ogni concetto sebbene sia la sorgente di ogni concetto. È la fusione di prāṇa e coscienza. Sahasrāra è il culmine dello Yoga, la perfetta unione”. Libro: Il meraviglioso viaggio del Sè. Edito da EBS Print.