Robe da matti: il pensiero crea la realtà
Il Dr. William Tiller, scienziato della Stanford University ed ex accademico, si è esposto al grande pubblico affermando che il pensiero e i propositi intenzionali di una persona modificano fisicamente l’ambiente che le sta intorno. In altre parole, secondo il dottore, analogamente a quanto affermato da millenni dalla tradizione yoga, lo spazio “vuoto” contiene una sostanza (o una forma di energia invisibile) che risponde all’intento umano, ovvero, che è intelligente. Il dottor Tiller chiama questa sostanza “deltroni” mentre nello yoga si parla di prana. Il dottore sembra essere addirittura riuscito a “imbottigliare” il pensiero e, attraverso un dispositivo chiamato Intention Host Device (IHD), a utilizzarlo allo scopo di migliorare le condizioni di vita di persone sofferenti di depressione, ansia, autismo e così via. È quello che da sempre i guaritori tradizionali fanno quando attraverso il rito e l’intenzione concentrata, caricano, ad esempio, pietre a uso terapeutico.
Un esperimento interessante preparato dal dottor Cleve Backster per l’esercito americano e pubblicato nel periodico Advances nel 1993, ha mostrato non solo l’esistenza di questa sostanza invisibile contenuta in tutte le cose e diffusa omogeneamente in tutti gli spazi “vuoti”, ma anche il fatto che il pensiero e le emozioni, sfruttando questa sostanza, possono modificare la materia: il DNA di un donatore è stato isolato in una stanza mentre il donatore stesso è stato fatto sedere in un’altra stanza distante parecchi metri. Al volontario sono state mostrate immagini e video di diverso tipo per indurre in esso differenti stati emotivi. Misurazioni elettriche sul DNA hanno dimostrato che questo reagiva ai diversi stati emotivi del suo “proprietario” pur essendo quest’ultimo isolato in un’ altra stanza.
Esperimenti successivi hanno mostrato che lo stesso DNA continuava a rispondere istantaneamente, attraverso risposte elettriche, alle variazioni emotive del donatore anche a diverse migliaia di chilometri di distanza. Le conclusioni che si possono trarre sono tre: la prima è che il pensiero (e le emozioni) modificano la materia, la seconda è che ci deve essere una sostanza che unisce tutto ciò che esiste e ne permette continue interazioni, terzo che una variazione in un punto dello spazio causa una contemporanea variazione in un altro. La scienza Yoga parla da millenni di una sostanza intelligente chiamata “prana” che può essere modificata dal pensiero e che, a sua volta, provenendo dall’ambiente, può modificare il pensiero.
Un esperimento interessante basato su altri esperimenti del dottor Backster mostra come il pensiero umano modifichi il comportamento delle piante https://www.youtube.com/watch?v=V7Th0o_Oias.
In parole semplici: esiste un transfer (il prana) attraverso il quale passano le informazioni dalla nostra mente alle piante (esseri intelligenti) e le piante reagiscono di conseguenza. Se il pensiero è considerato pericoloso, la pianta ha una razione di “stress”; al contrario se il pensiero non nuoce alla pianta questa rimane tranquilla.